di Enrico Lobina
La sconfitta di Soru segna una fase nuova a livello regionale. A livello nazionale, è la conferma dell’irrobustimento di un regime clerico-fascista, apparentemente democratico. Questo, come il fascismo del ventennio, ha un consenso sociale di massa. Negli ultimi vent’anni, complice la modificata situazione internazionale, la P2 e gli apparati deviati, Berlusconi ha costituito un blocco sociale interclassista, il quale risponde agli interessi della borghesia stracciona dello stivale.
In Sardegna abbiamo pensato che Renato Soru potesse arginare la valanga di destra. Non è stato così. Scelte discutibili (alcuni limiti posti al PPR nelle zone interne, per esempio), uno scarso interesse alla creazione del consenso verso le colossali riforme varate, un’attenzione non adeguata alla politica industriale e alle politiche attive per il lavoro, insieme ad uno strapotere mediatico della destra, hanno portato una netta sconfitta per Renato Soru ed il PD. Infine, in un contesto in cui si impone un nuovo fascismo, era difficile ribaltare i rapporti di forza.
Le liste a sinistra del PD (Rifondazione Comunista, Rosso Mori, Comunisti Italiani, La Sinistra) hanno complessivamente raggiunto il 9.25%, pari a 75.535 voti. Le liste comuniste (PRC, PdCI) arrivano al 5.1%, pari a 41.375 voti. Un risultato che fa ben sperare in vista delle europee, dove solo chi supererà il 4% avrà una rappresentanza al Parlamento di Bruxelles.
Alle elezioni regionali del 2004 il PRC sfondò il 4% da solo, con il 4,09% e 34.142 voti. Nel 2009, il 3,16% (25.778 voti) segna una flessione non lieve. Si perdono 8.364 voti. Il PdCI cresce pochissimo dal punto di vista percentuale (dall’1,86% all’1,91%) mentre dal punto di vista assoluto perde una ventina di voti.
Il risultato di Rifondazione cambia notevolmente a seconda della provincia. Il disastro per il PRC è avvenuto a Cagliari. Siamo passati dal 4,62% (12.912 voti) del 2004 al 2,62% (7.066 voti) del 2009. In cinque anni si sono persi 5.846 voti. Il dato del comune di Cagliari è ancora più triste: nel 2004 il PRC si attestò nel capoluogo al 4.06% (3.407 voti), mentre nel 2009 si ferma al 2,03 (1.587 voti). Perdiamo 1.820 voti. Abbiamo più che dimezzato i consensi. Veniamo superati dai Rosso Mori (2.85%), da La Sinistra (2.75%) e i Comunisti Italiani prendono solamente 174 voti in meno del PRC.
L’analisi dei dati elettorali del PRC cagliaritano potrebbe continuare, per andare per esempio a constatare che, mentre diminuiscono di molto i voti al partito aumentano i voti di preferenza. Segno che l’intellettuale collettivo, di gramsciana memoria, non c’è più. Anzi. Si usa il partito come luogo di gestione del (piccolo) potere e non come luogo di costruzione di un gruppo dirigente diffuso e all’altezza. Ma, probabilmente, questo è stato l’errore più grave del peggior gruppo dirigente del PCI, quello berlingueriano, che ha in Luigi Cogodi un autorevole rappresentante.
Che fare? Innanzitutto, abbandonare la retorica sterile sull’autonomia, la rinascita, la rinaturalizzazione, l’art. 13 e le politiche attive del lavoro. Sono state sonoramente bocciate, dalla storia e dalle elezioni. Quanti posti di lavoro a tempo indeterminato hanno creato le cosiddette politiche attive per il lavoro, per esempio quelle dell’Agenzia Regionale per il lavoro?
I comunisti esistono perché hanno dimostrato scientificamente che la contraddizione che muove l’intera società è quella tra chi sfrutta e chi è sfruttato, tra il capitale e il lavoro. Il nostro compito è organizzare quelle lotte, e non pensare che le istituzioni possano risolvere i problemi del capitalismo. Il capitalismo si lotta creando egemonia e contro potere nella società, e le istituzioni sono solamente una parte della società (ricordate Gramsci?).
Agli operai di Eurallumina, e a tutti i metalmeccanici e i chimici che stanno per perdere il loro posto di lavoro, ai precari e ai disoccupati, dobbiamo proporre la lotta e forme di autorganizzazione. Per troppo tempo abbiamo pensato che un assessorato o un’agenzia potesse essere la soluzione. Non è mai stato così, e non lo sarà mai.
C’è bisogno di una profonda riflessione, della sinistra e dei comunisti. Una conferenza programmatica, che individui un nuovo blocco sociale e nuove forme organizzative, può essere un primo passo.
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6 commenti:
complimenti compagno.....
hai perfettamente ragione...
Compagno!Il Togliatti ancora una volta dimostra di avere coraggio!quel coraggio che purtroppo manca a molti troppi nostri dirigenti!!!bisogna riorganizzarsi!!tra poco uscira'il mio articolo sul giornaletto on line di paolo pisu!!!bisogna far chiarezza e buttar fuori idee che ci riportino ad aver fiducia in noi stessi ed in quanto comunisti nel popolo lavoratore!Giuseppe Floris!
Kompagni!Siam giunti alla frutta del circolo"Chessa"ormai avviato ad esser un semplice circolo culturale in attesa di confluire bagagli e ricordi alla mano nella sinistra generica e senza aggettivi di Svendola!Oggi 12 Marzo 2009 lo ribadisco!ancora una volta!Il chessa e'in stato comatoso o verso la rinascita a seconda dei punti di vista!Dal mio umile pensiero posso dire che ormai quel circolo chiudera'i battenti per mancanza di iscritti!Difatto muore per volonta'di chi oggi ne dirige le fila e che scientemente butta alle ortiche la parola Comunista per sostituirla con LA sinistra parola"sinistra"!Muore per volonta'di militanti che non credono nel Comunismo e che si stanno dimettendo a giorni alterni!Il segretario Fonnesu Manuele si e'dimesso ieri sera senza possibilita'di revoca e chiarendo che non rinnovera'la tessera adducendo la scusa ormai strasentita del Partito come reliquia ideologica,cambiato in peggio insomma!Il chessa muore tra applausi e paure,paure di un Commissariamento visto come il male che avanza frutto di un Congresso perso da chi oggi prepara i bagagli senza rimpianti!Giuseppe Floris lo dice da almeno 2 mesi che il circolo chessa stava morendo tra le smentite dei dirigenti del circolo che preparavano da mesi questa mossa tentando di fare il meno rumore possibile!Di fatto i dirigenti del chessa ormai si stanno attrezzando per trovare la strategia migliore per andarsene facendo il maggior danno possibile!Di fatto il Chessa cessa di vivere per mancanza di tesseramento rimandato alla federazione!Di fatto oggi il Kompagno Floris non ha circolo!Di fatto da oggi si sente di dire la propria su tutto!Di fatto da oggi lavorera'per fare il partito dei Comunisti!Rimarro'al circolo per vedere le svolte epocali!Rimarro'per vedere l'implosione di un circolo come fosse quello di una supernova!Rimarro'sempre Comunista!Da oggi si capisce chi e'Comunista da chi NO!A PUGNO CHIUSO
Giuseppe Floris il togliatti ti aspetta a braccia aperte.
G. Floris, ti prego vieni al Gramsci, torna a casa!
Giuseppe Floris casse di birra ti aspettano!!!!!!!!!!!
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