sabato 8 novembre 2008

Cossiga denunciato


"Sappiano questi signori che non permetteremo che l'università
diventi un covo di indiani metropolitani, freaks,hippie..."
Francesco Cossiga, 17 Febbraio 1977


Cossiga denunciato per istigazione a delinquere e apologia di reato
Cinque cittadini si rivolgono alla Procura di Roma per le dichiarazioni rilasciate al Quotidiano Nazionale


Un prete, un avvocato, una grafologa e due ex insegnanti - cinque semplici cittadini - hanno denunciato stamattina alla Procura della Repubblica di Roma il senatore a vita Francesco Cossiga per istigazione a delinquere e apologia di reato. La denuncia nasce dopo le dichiarazioni rilasciate dall'ex Presidente della Repubblica al Quotidiano Nazionale su come infiltrare e strumentalizzare, con il fine ultimo di liquidare, il vasto movimento popolare nato nelle ultime settimane in difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio garantito dalla Costituzione.
Per Cossiga il movimento è da: «Infiltrare con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri […] Le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
«Chiediamo pertanto che si proceda penalmente a carico del senatore Francesco Cossiga per i reati suddetti e per tutti quelli che potranno essere ravvisati – ha dichiarato Piero Leone, ex insegnante che stamane si è recato alla Procura di Roma. Si tratta di dichiarazioni molto gravi in quanto provengono da un personaggio che ha ricoperto i ruoli più elevati nelle istituzioni della Repubblica Italiana. Con questa denuncia vogliamo semplicemente difendere la democrazia e la Costituzione del nostro paese.»
Per Alessandro Santoro, prete fiorentino della Comunità delle Piagge: «E' assurdo che queste dichiarazioni passino sotto silenzio. Sono un invito alla violenza e ricordano, purtroppo, le modalità tipiche della strategia della tensione. Auspichiamo che la Procura proceda speditamente nel suo lavoro, perché è assurdo che un senatore a vita, ex Presidente della Repubblica, e quindi garante dei principi costituzionali si ponga all'attenzione per dichiarazioni che non esitiamo a definire fasciste.»
I reati ravvisati dai denuncianti nell'intervista del 23 ottobre scorso (oggi disponibile sulla rassegna stampa del governo http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406) sono: istigazione a delinquere - commessa pubblicamente come richiesto dalla legge per la sua punibilità - rivolta sia al ministro dell'interno Maroni sia agli stessi organi di polizia preposti all'ordine pubblico (art. 414 CP) sia ai militari, i Carabinieri, a disobbedire alle leggi e a violare il giuramento compiuto sulla Costituzione (art. 266 CP). Si ravvisa infine la colpa di apologia di reato (ancora art. 414 CP) in relazione ai reati da lui commessi all'epoca in cui era ministro dell'interno e solo ora confessati.
«Sappiamo che anche altri stanno muovendosi per denunciare Francesco Cossiga - ha concluso Piero Leone. Chi volesse aderire alla denuncia può contattarci all'indirizzo mail piero.leone@gmail.com.»

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Lettera aperta dell'ex presidente della Repubblica alle forze dell'ordine
"Sbagliate le cariche adesso, bisogna aspettare che sparino a qualcuno"
I consigli di Cossiga alla Polizia
"Prima una vittima, poi mano dura"
Fini frena: "Chi usa le cinte è solo una minoranza rumorosa"
Alemanno: "La Gelmini si è mossa male, senza partecipazione"

I consigli di Cossiga alla Polizia "Prima una vittima, poi mano dura"

Francesco Cossiga
ROMA - Aveva iniziato consigliando l'uso di infiltrati nei cortei ed evocando le maniere forti da parte delle forza dell'ordine. Oggi Francesco Cossiga torna a dispensare suggerimenti, non richiesti, al capo della polizia Antonio Manganelli. E sono di nuovo parole destinate ad alimentare polemiche. "Serve una vittima e poi si potranno usare le maniere forti", dice. Considerazioni tutt'altro che condivise dal presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Ci sono minoranze rumorose che poi ricorrono alle cinghie. Sono molto rumorose ma rimangono molto minoranze". Intanto il suo collega di partito e sindaco di Roma, Gianni Alemanno, critica il ministro dell'Istruzione: "La Gelmini si è mossa male".

Cossiga: "Per il consenso serve la paura". Il ragionamento dell'ex presidente è affidato a una lettera aperta: "Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti". Per Cossiga, che pensa alle tensioni che hanno segnato le manifestazioni degli studenti di questi giorni, è stato "un grave errore strategico" reagire con "cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante".

La "tattica cossighiana". In pratica si tratta di disporre "che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino". A questo punto, continua Cossiga, "l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita".

"La gente deve odiare i manifestanti". Una situazione che farebbe crescere fra la gente "la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft, o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge". Tra i danneggiamenti invocati, Cossiga si augura che possano accadere alla sede dell'arcivecovo di Milano o a qualche sede della Caritas o di Pax Christi.

I tempi dell'intervento. "Io aspetterei ancora un po' - continua Cossiga - e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti".

La replica di Fini. Una visione apocalittica, quella di Cossiga, che però non trova proseliti. "Sono convinto che oggi ci sia un maggiore senso di appartenenza - osserva Gianfranco Fini - ed è bello vedere che nelle scuole, anche in questi giorni, giovani di destra e di sinistra si confrontano".

Alemanno: "Gelmini si è mossa male". Non entra nel merito della riforma, il sindaco di Roma, ma critica l'atteggiamento del ministro Gelmini che si sarebbe mossa "senza partecipazione", lasciando "alla sinistra una funzione che non avrebbe potuto avere se avessimo avviato il confronto con i giusti interlocutori del mondo della scuola per tempo, e non in ritardo come abbiamo fatto". Chiaro il riferimento al comportamento del ministro, sottolineato dalla precisazione del portavoce di Alemanno, Simone Turbolente, che smentisce "categoricamente" che il sindaco "abbia mai espresso giudizi negativi riguardo la riforma Gelmini, come riportato dalle agenzie di stampa. Le sue parole sono state evidentemente male interpretate".
(8 novembre 2008)

Anonimo ha detto...

SCUOLA: COSSIGA A CAPO POLIZIA, CI VORREBBE UNA VITTIMA. IDEALE BAMBINO


(ASCA) - Roma, 8 nov - L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga torna a parlare delle manifestazioni studentesche e ribadisce la sua sollecitazione per una dura repressione. Ma Cossiga va oltre: in una lettera aperta al capo della Polizia consiglia di aspettare 'tempi peggiori' di quelli di oggi, in sostanza incidenti gravi che (dopo aver suscitato paura e odio nella gente) giustifichino la repressione verso gli studenti. E' in questa prospettiva che Cossiga sostiene che ''l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio una donna o un bambino''. Cossiga si augura che siano solo feriti anche solo in modo grave e riserva il morto alle forze dell'ordine ('in tenuta ordinaria') durante devastazioni di strade e negozi. Tutto questo dovrebbe, nel disegno di Cossiga, permettere di ''intervenire massicciamente e pesantemente'' e ''senza arrestare nessuno''.

Tra i danneggiamenti invocati, Cossiga si augura che possano accadere alla sede dell'arcivecovo di Milano o a qualche sede della CAritas o di Pax Christi.

La lettera sta gia' suscitando (o accrescendo) perplessita' in ambito politico e vecchi amici di partito di Cossiga, che non vogliono essere citati, si chiedono se parli solo in astratto o se la strategia suggerita sia stata da lui sperimentata in qualche modo in passato.

Di seguito il testo della lettera aperta di Cossiga al capo della Polizia Antonio Manganelli. ''Caro Capo, per alcune dichiarazioni paradossali e provocatorie da me rese sul come gestire l'ordine pubblico in questa ripresa di massicce manifestazioni e come, spengendo tempestivamente i focarelli, si possa evitare che divampino poi gli incendi, mi sono beccato denunzie da molte persone, sacerdoti, frati e suore comprese, e sembra che me sia in arrivo una da parte di S.Em.za il Card. Tettamanzi, firmata anche dai alcuni suoi fedeli adepti dei Centri Sociali, dei No Global e dei Black Bloc.

Ma osando contro l'osabile, caro Capo, vorrei darLe un consiglio. Gli studenti piu' grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini, hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, hanno reagito con cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. E' stato, mi creda! un grande errore strategico''.

Anonimo ha detto...

Scuola/ Forza Nuova: gravi parole Cossiga,revocare status senatore
Intanto Lotta studentesca prosegue mobilitazioni su dl Gelmini
postato 1 giorno fa da APCOM

Roma, 8 nov. (Apcom) - Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, bolla come "molto gravi" le parole del presidente emerito della Repubblica e senatore a vita Francesco Cossiga che in una lettera aperta al capo della Polizia Antonio Manganelli ha consigliato alla polizia di non intervenire contro gli studenti che manifestano in piazza ma di aspettare un grave incidente per poi potere passare a una durissima repressione.

Per Lotta Studentesca, movimento giovanile di Forza Nuova, in prima fila nelle protesta "le parole di Cossiga sono molto gravi. Il vecchio pazzo dà consigli su come usare la violenza affinchè sia più efficace e non attiri la contrarietà dell'opinione pubblica. Chiediamo che, per indegnità morale, sia ad esso revocato lo status di senatore a vita. Ora gli studenti sanno da chi il nostro Governo prende consigli di ordine pubblico. "

E intanto Lotta Studentesca anche oggi prosegue nelle iniziative di mobilitazione anti decreto Gelmini in tutta Italia, partendo da Padova. "Il Governo non si rende conto che con questo atteggiamento non costruttivo - spiega in una nota - non sta facendo altro che radicalizzare la nostra opposizione e la protesta. Ringraziamo i manifestanti di sinistra che in questi giorni difficili hanno continuato a credere nella trasversalità delle proteste".