mercoledì 12 novembre 2008

Due Compagni di merdende









Soru: «Primarie ok. Ma se c'è un altro, esca in 15 giorni, mi candido comunque Non ascolterò più chi vuole perdere» Sintonia con Vendola e Rifondazione

di Marco Murgia


A volerla trovare, una differenza tra i due personaggi c'è. Tutta politica, anche se non dipende esattamente da loro. Al primo, per sua stessa ammissione, «le primarie non le chiedono i miei avversari dentro la mia stessa maggioranza: perché dovrei chiederle io?». Al secondo, le primarie le chiedono in diversi: e una parte di chi non le chiede apertamente, sotto sotto ci spera e ci lavora. Il primo è Nichi Vendola, governatore della Puglia; il secondo Renato Soru. Insieme al dibattito organizzato da Rifondazione comunista, su autonomia e rinascita, che è pure il tema del quarto congresso regionale del partito. Allora il presidente della Sardegna coglie la palla al balzo: «Aspetterò due settimane il possibile candidato per le primarie di coalizione. Trascorso questo tempo il candidato del centrosinistra sarò io». La dice così, semplicemente.

Poi la spiega bene: dice di essere favorevole alle primarie, sempre, ma anche che la consultazione «non deve servire per farci perdere le elezioni. E io non voglio ascoltare tanto quelli che vogliono perdere le elezioni». Il ragionamento è netto: le elezioni regionali sono molto più vicine di quanto possano sembrare, allora è inutile e dannoso perdere altro tempo. C'è una campagna elettorale da iniziare in modo chiaro, quindi «è necessario che le primarie, da fare non sui nomi ma sui progetti dei candidati, si debbano tenere entro gennaio, anche per dare modo al vincitore di farla con una coalizione compatta». Quindici giorni sono un tempo ragionevole «per presentare un programma, raccogliere le firme e fare il nome di un candidato».

In un colpo solo da una parte mette gli alleati davanti alla chance di presentare un nome alternativo al suo, e tutti quelli che lo chiedevano potrebbero rispondere. Dall'altra è un messaggio anche per il centrodestra: noi ci siamo. E non è poco, visto che dall'altra parte è sfumata l'opzione Beppe Pisanu, unico in grado di accontentare tutti, e si pensa di lavorare al programma prima del candidato: lì non ce n'è neppure uno, anche se potranno contare sulla macchina organizzativa di Silvio Berlusconi e sull'apporto neanche tanto indiretto di diversi ministri pronti a parlare qui e là della Sardegna.

È l'unico momento in cui Soru si prende tutta la scena. E pure gli applausi convinti del popolo di Rifondazione: che questi due, lui e Vendola, piacciono. Luciano Uras, capogruppo in Consiglio regionale, li presenta come «due tra i presidenti con più personalità per capacità propositiva, guardati dalle altre regioni come un esempio». Piacciono, questi due personaggi, e si piacciono pure a vicenda. Rispondono alle domande di Filippo Peretti, de “La Nuova Sardegna” e presidente dell'Ordine dei giornalisti isolano, dicendo cose tipo: «Adesso, Renato, ti dico questa cosa», oppure «forse Nichi non sa che...».

E invece le sanno, le cose. Perché sono molto simili, i risultati e gli obiettivi: anche se uno viene da Rifondazione e l'altro dal Partito democratico. C'è l'interesse per la scuola e l'istruzione, a esempio, con l'assegno di merito per gli studenti sardi («Seimila euro l'anno a fondo perduto», ricorda Soru, «perché prima di darli a imprenditori che vengono qui in Sardegna per aprire una fabbrica e poi se ne vanno, preferiamo permettere ai figli della nostra terra di studiare tranquillamente») o la sede del Dams a Lecce (perché, rilancia Vendola «molti degli studenti che vanno a Bologna arrivano dal Salento, e chissà quante famiglie non potranno più premetterselo»).

C'è l'interesse per l'ambiente, con il piano paesaggistico in Sardegna e la ripulitura dall'amianto di diverse spiagge in Puglia; c'è l'attenzione per le fonti energetiche rinnovabili ma non per lo sfruttamento selvaggio a favore di pochi imprenditori; c'è la sanità insieme alla necessità di ridurre i costi della politica e snellire la pubblica amministrazione: ereditate dalle precedenti giunte di centrodestra in condizioni molto diverse da quelle attuali. E così via, secondo due percorsi che sono molto simili in tutte le idee generali: anche per quanto riguarda gli investimenti in porti e aeroporti, non solo come strumento per far arrivare turisti ma per aprirsi al mondo. Che è vasto , e non è che siccome una è un'isola e l'altra il tacco d'Italia le due regioni devono restare chiuse in sé stesse.

A pensarci, è proprio l'idea delle due terre proiettate sul mondo a rendere Soru e Vendola così simili. Al di là del documento sottoscritto due giorni fa a Palermo insieme alle altre regioni del Mezzogiorno, dai termini - fa notare Peretti - forse un po' antiquati. Però il punto era mettere in evidenza che c'è un sud che ha voglia di fare, di rilanciarsi: «Non è tutto Gomorra, se ci convinciamo di questo», dice Vendola, «allora è proprio finita».

Il richiamo alla questione meridionale sta tutto lì: non più quella in voga sino a 20 anni fa, quanto una replica alla questione settentrionale venuta fuori in questi anni. La prima basata su unificare e sulla speranza della crescita, dicono, la seconda sulla separazione e sulla paura. Allora c'è una sola via: «Dobbiamo essere meglio del nord e, allo stesso tempo», è Soru a spiegarla, «stare attenti a non farci fregare».

Differenze pochissime. Fatica, Peretti, a farli andare in contraddizione tra loro. Se Soru è accusato di dirigismo, Vendola chiarisce che per lui l'accusa è di essere un poeta: «Ma ho abbandonato Foscolo per le delibere», dice e sorride. Prendono applausi, tanti e convinti, alla fine di questo incontro. Vengono da strade diverse e si sono incontrati, parlano alla stessa gente e piacciono in maniera uguale. In un caso e nell'altro, non sarà poesia. Ma empatia, quella sì.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

si però Vendola li devolve ai GC per comprarsi la Play Station 3!

Anonimo ha detto...

Vendola investe in entrainement, giochi o lubrificanti durex, a Soru invece passiamo il distacco sindacale che evidentemente Tiscali non gli passa.

Anonimo ha detto...

Io credo che gli stipendi dei governatori italiani siano un tantino troppo elevati!

Detto questo, però, avrei evitato, al posto di Matteo, di strumentalizzare questo dato contro Vendola e Soru. Sicuramente non sono stati loro ad aumentarsi gli stipendi. Infatti sia in Puglia che in Sardegna sia glia stipendi dei governatori che quelli dei consiglieri regionali sono particolarmente alti. E' sicuramente una questione che ha la sua rilevanza ma utilizzarla in modo strumentale, quasi come strumento atto ad affossare la restante attività politica, non credo fosse il caso!

Molto più serio sarebbe, invece, aprire un dibattito che entra nel merito dei problemi, delle cose fatte e delle cose da fare.

Michele Jr

Anonimo ha detto...

ebbaccaiiii ooo piringinuuu

Anonimo ha detto...

L’articolo riportato non è affatto strumentale, dimostra l’affinità che vi è tra Renato Soru e Nichi Vendola e proprio questo ci deve far riflettere. Dobbiamo riflettere su come un governatore di una regione, il quale rappresenta la bandiera del Partito della Rifondazione Comunista, ormai solo la bandiera e niente più, abbia delle affinità con un tale che si è sempre ritenuto un imprenditore, con un tale che fino a nove anni fa era l’uomo più ricco d’Italia e con un tale che non si è mai scontrato con il sistema capitalistico.
E’ vero, come scrive Michele, che gli indennizzi non se li sono di certo aumentati loro, ma sicuramente loro hanno la possibilità di ridurli. Trovo difficile l’ipotesi di stabilire un dialogo in merito alle cose fatte e alle cose non fatte. Vorrei ricordare a qualcuno, in particolare a Michele, che la nostra maggioranza regionale crede che essere maggioranza significhi, non confrontarsi e discutere sulle questioni interne al partito con tutte le minoranze, ma poter assumere tutte le decisioni in modo dispotico e antidemocratico, come si è visto pochi giorni fa nel quarto congresso regionale del PRC. Infatti proprio in questo ultimo congresso si è notato questo atteggiamento borioso e autoritario da parte della maggioranza regionale, la quale non ha concesso le cariche di presidente del collegio di garanzia e di tesoriere regionale alle forze della minoranza, cosa che si è fatta a livello nazionale, ma ha stabilito di accentrare tutte le cariche disponibili senza assegnare alla minoranza nessun incarico.

Enrico Piras- Medio Campidano

Anonimo ha detto...

E l'intervento di magnum pillai?

Mauro Piredda ha detto...

l'importante è non compromettere i rapporti con Soru, quindi alzino la delega coloro che vogliono continuare a dire che la gestione dell'acqua è pubblica e coloro che voglionoparlare di smilitarizzazione solo nei giorni di festa!

Dottor X ha detto...

Forse l'intervento di tupacamauro chiarisce molte più cose del freddo articolo riportato...

Non è una strumentalizzazione, il farli sedere allo stesso tavolo fa riflette e non nel merito dei soli stipendi (quella è più una provocazione) ma sui giochi politici che vi sono dietro. Non credo serva essere più espliciti di così!!

Per il resto una bella iniziativa sarebbe proprio il caso di farla, magari non dentro un congresso la prossima volta, già ne facciamo poca attività politica, vogliamo proprio chiuderci nelle nostre stanze?

Saluti Comunisti

Anonimo ha detto...

ora chiariti gli stipendi del segretario nazionale e dei dirigenti nazionali vogliamo sapere notizie sui conti sardi. Quanto prende Michele Piras Junior e a che titolo?

Anonimo ha detto...

ascolta o piringinu ma vogliamo dire di quanto tu strumentalizzi il nome dei gc di cagliari (con blog email etc) per le cagate di "per la sinistra"?

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

l'unica apertura al congresso è stata quella del culo di sniki

Anonimo ha detto...

ah. che bel commento. originale, simpatico, elegante...

Anonimo ha detto...

Siete una massa di cagalloni. Tanto lo sanno tutti che il Partito è in mano a don Strazzeri, che con la sua dialettica, il suo elevatissimo q.i., la sua strategia, porterà il Partito della Rifondazione Comunista a toccare delle punte eccelse.

Vogliamo parlare del caro segretario generale, arrivato direttamente dal monte ortobene per romperci i santi coglioni?

Dottor X, anche tu hai rotto le palle. Però sei simpatico, con quel tuo accento nordico