lunedì 17 novembre 2008

Pubblicità progresso

In attesa di un resoconto sull'assemblea nazionale del movimento sull'Istruzione...



11 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel 2003 viene accusato di mobbing e abusi sessuali da una dipendente regionale, la causa viene ripianata dal regionale del partito per il patteggiamento. Nel mirino di "Parlamento Pulito" del meetup di Beppe Grillo, difficilmente verrà ricandidato alle prossime regionali.

Mauro Piredda ha detto...

Grassi said:

La crisi economica investe tutti e investe - come sa bene chiunque paghi di tasca propria i soldi necessari per tenere aperte sul territorio le sedi dei nostri circoli - anche Rifondazione Comunista. E investe Rifondazione Comunista a maggior ragione in una congiuntura (che a dire il vero dura da diversi anni) in cui il partito si deve ogni anno far carico di ripianare i debiti del suo quotidiano (solo per il 2008 il Prc verserà, tra ricapitalizzazione e copertura delle perdite, circa 3 milioni e 800 mila euro: oltre il 30% del suo bilancio annuale).

Di fronte a questa situazione cosa abbiamo deciso di fare? Cercare di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti del partito, garantendo livelli salariali più che dignitosi, diminuendo ampiamente le spese non essenziali e gli stipendi più alti.

Provvedimenti molto concreti, che a mio avviso sono la cifra di una nuova consapevolezza che ha maturato il partito, anche rispetto a se stesso: l'indennità di funzione del segretario nazionale passa da 5.300 euro a 3.000; quella dei membri della segreteria da 2.500 a 2.200. I parlamentari che verranno eletti (ce lo auguriamo…) nella prossima legislatura verseranno al partito l'intero ammontare del loro stipendio ad eccezione di 3.200 euro (e non soltanto il 55%, come stabiliva il regolamento precedente) e, al termine della legislatura, verseranno il 50% della propria indennità di fine mandato (e non più il 30%). I consiglieri regionali e gli eventuali assessori regionali, i consiglieri provinciali e gli eventuali assessori provinciali, che in precedenza versavano al partito il 55% dei propri emolumenti, ora percepiranno, al massimo, 2.200 euro al mese.
Tutto questo determina una condizione per cui il disequilibrio tra lo stipendio dell'impiegato neo-assunto con funzioni di segreteria e quello del segretario nazionale del partito è notevolmente più contenuto rispetto al passato. Brutalizzando: se nelle grandi aziende italiane il rapporto tra lo stipendio di un top manager e il salario di un operaio è di 1 a 130, da oggi nel nostro partito il rapporto tra lo stipendio più alto e quello più basso sarà di 1 a 2.

mooolto bene!
la tessera a 40 € però dovremo spiegarla bene e, secondo me, introdurre le quote mensili che si aggirerebbero sui 3 e fruscia euri!

Anonimo ha detto...

Mah.
1) la tessera a 40€ inaccettabile. le quote mensili NON sono previste dal regolamento e sarebbero comunque irrecuperabili, oltre che vissute male dai compagni.
2) Perchè Grassi non ci dice che oltre ai 2200 euro dei membri della segreteria ad essi è riconosciuto pure l'alloggio e i rimborsi viaggio, ecc, ecc, ecc... così magari scopriamo che si arriva comunque intorno ai 5000 euri? Magari è anche giusto rimborsare, perché a Roma gli affitti vanno in media ben oltre i 1000 euro e se un dirigente si sposta per attività di partito sono colpi di 2-300 euro a volta, basta che venga detto.
3) Se proprio si voleva risparmiare, perché la direzione nazionale ha raddoppiato gli incarichi dipartimentali, quindi il numero degli stipendi?
4) Stessa cosa per i parlamentari. Se tu dai 3200 euro loro ti chiederanno di pagare l'affitto a Roma (euro 1000 o più, senza considerare la luce, il gas, l'abbonamento tv, l'acqua, la spazzatura, ecc, ecc, ecc), poi ti chiederanno i rimborsi dell'aereo per spostarsi sul territorio (almeno 6 volte al mese per 200 euro circa fanno 1200 euro), magari ogni tanto dovranno pure mangiare (e 20 euro al giorno magari, coi prezzi della capitale, li spenderanno per mangiare e bere un panino e acqua, diciamo circa 5-600 euro al mese, per chi è a dieta). A meno che Grassi non pensi che debbano pagare loro: 1000+1200+600=2800. Ne rimangono 400 per le bollette, la giacca e la cravatta obbligatoria, il trasporto dentro Roma (metro, bus, taxi), gli eventuali libri, giornali, documentazione, lo svago (almeno una volta ogni tanto si concederà ai nostri onorevoli una birra o andare al cinema). Ovviamente non è compreso nel prezzo l'eventuale figlio e coniuge a carico. I conti non tornano. Non facciamo demagogia.
5) C'é una bella differenza (sui costi) fra un parlamentare di Roma o laziale e uno siciliano, o veneto, o sardo.
6) I consiglieri regionali a questo punto starebbero addirittura meglio dei parlamentari. Soprattutto se sono di Cagliari e se non hanno problemi di affitto, spostamenti in macchina, se non hanno figli a carico e se il coniuge ha un lavoro, se non hanno mutui da pagare e sono già proprietari di casa.
7) Così finisce che il nostro parlamentare-tipo (cioè chi potrà permettersi di farlo senza rimetterci di tasca) sarà: cagliaritano, single, proprietario di casa, ricco di famiglia o imprenditore di successo. Un paradosso: perché un operaio con 1000-1200 euro al mese, di Burgos o di Tempio o di Bitti, con moglie e 1 figlio a carico e la casa in paese, dovrebbe trasferirsi a Cagliari o a Roma? Forse per rimetterci molto di più dei 1200 euro in più al mese che gli verrebbero passati dal partito o Forse per la causa del comunismo?

Anonimo ha detto...

Domande:
come sono divisi i 40 euri fra circoli, federazioni, regionali, nazionale?
Perché il segretario nazionale prende meno di un parlamentare?
Come fa un impiegato neo-assunto del partito a campare con 1500 euro a Roma?
Perché il segretario nazionale, la segreteria e i parlamentari devono prendere di più di un impiegato?

Dottor X ha detto...

Compagni aldilà del merito della questione...

Perché trasformiamo i commenti in luoghi di discussione alternativa? C'è il forum per queste cose, usatelo.

Altrimenti chiedete che venga pubblicato sul blog un certo contenuto, per poterlo discutere, ma fare così non serve proprio a nulla!!

Anonimo ha detto...

andate a leggere:
http://www.nichivendola.it/cms-upload/gaz-mez-1811.pdf

giusto per smentire i dati vecchi e falsi riportati dalla tabella della "Casta"

Anonimo ha detto...

COMUNICATO STAMPA CONSULTA STUDENTI DI CAGLIARI:

Relazione Del Presidente Consulta Studenti Cagliari

La scuola italiana, in ogni suo ramo, attraversa un periodo di forte difficoltà. Tale difficoltà, confermata dall'analisi dei dati OCSE PISA, pervenuti lo scorso anno, ci consegna il difficile compito di trovare rimedi ad un'istituzione che è fortemente malata, ma che pensiamo abbia nella sua intima struttura, le soluzioni e i farmaci adatti a curarla da tale patologia.

È infatti da diversi anni che il sistema pubblico viene continuamente messo in gioco, vilipendiato dai governi che si sono succeduti, ognuno a sua volta convinto di perseguire un “interesse generale”, purtroppo mai coincidente con quello che è invece l'interesse specifico della nostra scuola.

È cosi che allora ci sono state imposte dall'alto la Zecchino-Berlinguer, aprifila nella definizione di quell'”autonomia scolastica” oggi tanto decantata e nell'idea che si potessero finanziare anche gli istiuti privati e confessionali, ormai “parificati” a quelli del settore pubblico. È così che progressivamente una massa enorme di denaro è stata negata alla scuola, nelle forme più disparate, per essere investita altrove. Siamo passati per la “riforma” Moratti, che contestammo nella sua idea classista e fortemente elitaria. Arriviamo oggi a quello che è forse un punto di non-ritorno per il settore pubblico.

Il disegno di scuola che il governo persegue prevede un taglio di oltre otto miliardi di euro nell'arco di tre anni. Oltre a confermare la recessione economica nel nostro paese, con quasi duecentomila licenziamenti tra personale docente e ausiliario e il blocco delle assunzioni, prospetta una scuola lasciata a se, priva dei necessari finanziamenti che la possano far sopravvivere.

Ma è nel metodo e nel merito che contestiamo tale “controriforma” o per meglio dire “restaurazione”, sancita per botte di decreto legge e approvata come leggi della Repubblica 133 e 137.
Essa infatti è stata portata avanti come un'operazione verticistica, senza il dialogo ne all'interno del parlamento ne tantomeno tra le parti chiamate in causa: docenti, genitori e studenti.

La consulta degli studenti, organismo istituzionale chiamato a discutere e portare il proprio parere in merito alle decisioni nell'ambito scolastico, non è stata convocata, ne si pensa per ora una sua convocazione su un terreno di discussione che è quello del Consiglio Nazionale dei Presidenti.
La CPS di Cagliari intende perciò esprimere il proprio forte disappunto su tali scelte del governo.

Riteniamo che la scuola sia un bene di tutta la collettività, sulla quale la collettività stessa debba intervenire anche economicamente, per garantire a tutti, secondo i principi costituzionali, l'accesso ai saperi e alla cultura, nell'idea della promozione sociale che da ciò deriva. Riteniamo altresì che la nostra sia una rivendicazione ben concreta e precisa, di un modello di scuola che sappia essere più inclusivo, escludendo a priori l'idea di classi differenziate nel settore elementare, corretto, senza l'adozione del voto in condotta quale misura repressiva nei confronti di chi la scuola la vive, gratuito e democratico. Chiediamo insomma quella scuola che la nostra Costituzione ci garantisce e che invece ci viene negata, chiediamo una scuola che sia garante della democrazia e della sicurezza sociale nei paesi e nelle città più di quanto non sappia farlo una caserma o un plotone dell'esercito. Riteniamo che sia la scuola l'unico spazio di salvaguardia del sistema democratico, in una congiuntura economica che mette in crisi l'intero sistema di produzione capitalistico, legato alla speculazione finanziaria, e che conseguentemente produrrà una forte svalutazione del valore sociale di qualsiasi titolo di studio, è necessario recuperare lo spazio anche fisico e insieme sociale e umano all'interno del quale è viva la discussione e il confronto e in cui non è presente mercificazione alcuna.
Per tali motivi ci muoveremo sul terreno di critica e proposta, partecipando alle assemblee coi nostri rappresentanti delegati dall'organismo e nella figura del Presidente, portando avanti le nostre proposte nelle sedi istituzionali opportune, e chiedendo in continuazione l'apertura di un tavolo di discussione che possa finalmente mettere in collegamento le parti sociali che gravitano intorno alla scuola.

Anonimo ha detto...

Approvata all'unanimità!!!

Anonimo ha detto...

L'AGGRESSIONE AVVENUTA VICINO AL CONVENTO DELLA FLAGELLAZIONE

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tutte le notizie di ESTERI

ultimo aggiornamento: 28 novembre, ore 15:32
Citta' del Vaticano, 28 nov. - (Adnkronos) - E' stata la Custodia di Terra Santa a denunciare l'accaduto: qualche ora fa alcuni francescani che stavano rientrando al convento della Flagellazione al termine di una celebrazione religiosa, sono stati aggrediti e presi a sputi da un gruppo di giovani ebrei ortodossi nel corso di una manifestazione per le strade del quartiere musulmano di Gerusalemme. L'episodio, si apprende, non e' isolato. Insomma, non e' la prima volta che accade. La testimonianza di padre Rosario Pierri, un frate italiano docente presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, non lascia comunque spazio a dubbi di sorti sulla gravita' dei fatti. ''Stavamo tornando dal Getsemani -racconta- dove ci eravamo riuniti per celebrare il rinnovo dei voti, dopo aver partecipato a una bella e serena celebrazione presieduta dal Custode (Padre Pierbattista Pizzaballa, ndr). Al ritorno, lungo la strada, c'erano diversi gruppi di poliziotti che presidiavano la strada, mi riferisco al tratto che va dalla Porta dei Leoni in su, verso San Salvatore''

Anonimo ha detto...

ma dov'è questo forum che dice il Dr X?

Dottor X ha detto...

C'è scritto GIGANTE sopra "messaggi istantanei" siete zurpi?

http://forumprcsardegna.altervista.org/