Documento del coordinamento dei collettivi universitari cagliaritani:
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Martedì 5 agosto la Camera ha approvato la conversione in legge del dl 112. Questo decreto prevede massicci e indiscriminati tagli alla spesa pubblica; nello specifico, per quanto concerne l'Università contempla: un taglio del fondo di finanziamento ordinario degli atenei da 65,3 milioni di euro nel 2009 ai 455 milioni di euro nel 2013; stabilisce il blocco del turn over portandolo al 20% fino al 2011, ovvero ogni cinque docenti che andranno in pensione ne verrà assunto solo uno; inoltre viene fortemente incentivata la trasformazione degli atenei pubblici in fondazioni private.
Questi provvedimenti si pongono come un attacco senza precedenti all'università pubblica, tesa a strangolarla economicamente e a giungere nel medio termine ad un sistema di fondazioni universitarie private di élite, contrapposto agli ultimi brandelli di un sistema universitario pubblico destinato alla creazione di bassa manovalanza intellettuale. Questo progetto rientra nel disegno politico qualificante dell'azione del governo: il totale smantellamento dello stato sociale, un arretramento di duecento anni nella storia, in altre parole un ritorno allo Stato compassionevole.
D'altronde anche i governi di centro sinistra, pur senza intenti così reazionari, hanno mostrato di pensare la scuola pubblica solo come un peso economico da alleggerire in funzione degli equilibri del bilancio statale. Ma un'università di qualità aperta a tutti è necessaria alla libera crescita culturale, in una società che voglia definirsi democratica.
Per questo il coordinamento dei collettivi cagliaritani si oppone al progetto criminale che intende compiere l'attuale governo.
Appoggiamo pertanto il movimento di contestazione che, da inizio luglio, ha indetto riunioni e diffuso documenti di protesta a tutti i livelli del sistema universitario. Appoggiamo le modalità di contestazione auspicate, ovvero: mantenimento dei carichi didattici previsti dallo stato giuridico attuale, ossia da 120 a 60 ore per i professori, e da 60 a 0 per i ricercatori; sospensione dell'avvio del prossimo anno accademico; non approvazione dei bilanci preventivi degli atenei.
Ci auguriamo che, di fronte alla gravità della situazione, questi auspici non rimangano lettera morta e che questa lotta assuma un atteggiamento molto più propositivo e non solo quasi esclusivamente difensivo come sembra finora, anche di fronte ai gravi problemi che sussistono all'interno del sistema universitario indipendentemente dal dl 112.
Noi, collettivi studenteschi dell'Università di Cagliari, assumeremo le iniziative che riterremo più opportune, puntando al massimo coinvolgimento dei nostri colleghi, consapevoli dell'importanza di una lotta la più ampia e partecipata possibile con tutte le componenti dell'ateneo.
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Per maggiori informazioni:
9 commenti:
Ma vi rendete conto che è estate anche per noi,avete rotto il ca**o,non siam pagati dal partito a differenza di altri.
Se si continua così, i compagni si rompono le palle e poi non si fa più nulla,almeno sino ai primi di settembre ,non è possibile non fare iniziative?
Anche perché poi tanto ci sono sempre gli stessi.
Sei schizzofrenico/a ??
Incredulo lettore,tu sei per caso uno di quelli che interviene alle iniziative per organizzare qualcosa dicendo che bisogna fare mille cose, e poi regolarmente non può venire alle iniziative per chissa quali problemi?
No, purtroppo sono uno di quelli che interviene dicendo che bisogna fare alcune cose e si ritrova a fare una parte di quelle iniziative sempre insieme agli stessi quattro compagni...
Non ho capito il senso del tuo primo intervento, se sei così buono/a da illuminare tutti possiamo capire!
Un progetto che riunisca
Ma che diamine dici??? La lotta non va mai in vacanza ricordalo..arrazza de comunista chi sesi oh..!
Sedicenne tolto alla madre
perché milita in Rifondazione
di GIOVANNA CASADIO
Sedicenne tolto alla madre perché milita in Rifondazione
Gli dicono che somiglia a Scamarcio, l'attore. A sedici anni, fa piacere. Ma ha promesso che oggi si taglia i capelli arruffati e magari non lo bollano più come comunista. Circolo Tienanmen, tessera dei Giovani comunisti, trovata dal padre, fotocopiata dai servizi sociali, allegata all'ordinanza del Tribunale di Catania, prima sezione civile, per dimostrare nella causa di affido che la madre non sa badare all'educazione del ragazzo il quale ha "la tessera d'iscrizione a un gruppo di estremisti".
Quindi, M. P. - che preferisce non essere citato con il suo nome, visto che lui, ragazzo esuberante, lo conoscono un po' tutti a Catania - è stato di fatto accusato di essere comunista rifondarolo, uno che frequenta "luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope", dove cioè c'è il sospetto che si bevano birre e si fumino spinelli. Nel giudizio degli assistenti sociali, le cose stanno pure peggio perché i comunisti sono "estremisti, il segretario del circolo è un maggiorenne che pare abbia provveduto a convincere all'iscrizione e all'attivismo altri ragazzi", tra cui l'amico del cuore del sedicenne, anche lui una testa matta che lo trascina nella vita "senza regole". Non è l'unica ragione, ovvio, per far pendere la bilancia della contesa sull'affido dalla parte paterna, ma la militanza comunista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. M. P. è stato tolto alla madre e ora assegnato al padre, insieme al fratello più piccolo.
Tra un uomo e una donna, dopo una travagliata separazione, la resa dei conti si scarica spesso sui figli. Cose che succedono, non dovrebbero. La ragione, si sa, non sta mai da una parte sola. Però a Catania, ora ci si è messa di mezzo la politica. Mai infatti i comunisti, rifondaroli o del Pdci, si erano sentiti citati in un tribunale come pericolosi, estremisti, prova provata e sintomo di devianza giovanile. "Fino a ieri si chiamava militanza, e Rifondazione era il partito del presidente della Camera, Fausto Bertinotti; la sinistra comunista aveva due ministri nel governo Prodi", si sfoga Orazio Licandro, responsabile dell'organizzazione del Pdci. Nel partito di Diliberto hanno suonato l'allarme: comincia così la caccia alle streghe, usando in una storia delicata e complessa di affido familiare lo spauracchio dei comunisti, "è l'anticamera della messa al bando, siamo ormai extraparlamentari e anche pericolosi. Non è fascismo? Poco ci manca". Elencati nel dossier del tribunale infatti ci sono la tessera, con il costo dell'adesione, il faccione di Che Guevara e la fede nella rivoluzione riassunta nella frase "No soy un libertador, los libertadores existen, son los pueblos quienes se liberan".
C'è inoltre la parodia di una canzone dei Finley "Adrenalina", ode alla cocaina, riferimenti che mandano in tilt un padre come una madre. Mamma Agata, medico ospedaliero, è disorientata. Il Tribunale la obbliga intanto a versare 200 euro al mese al marito per il mantenimento dei figli, a lasciare la casa nel comune etneo dove la famiglia risiedeva. Nel più pessimista dei suoi incubi, racconta, si aspettava un affido condiviso. L'Istat calcola che ormai in Italia i figli bipartisan del divorzio stanno crescendo fin quasi a diventare sette su dieci. Dev'essere la storia di un'altra Italia, non cose che capitano qua, da queste parti a Catania, taglia corto Agata. Non è disposta a riconoscere argomenti e legittimità delle richieste paterne, che invece ci sono. E il figlio? "Va al mare e studia, ha avuto tre debiti al penultimo anno del classico - greco, latino e filosofia - d'altra parte come può essere sereno con questa guerra in atto?".
Non facile certo, spiegare a M. P. che le difficoltà della vita per alcuni, per lui ad esempio, si sono presentate in anticipo. Capita, ma s'impara prima. Difficile a quanto pare, far comprendere al padre che, come scriveva Freud, l'adolescenza è una malattia grave ma per fortuna si guarisce. L'avvocato della madre Mario Giarrusso assicura che tenterà altri approcci, mediazioni, soluzioni. I comunisti denunciano il clima da "anticamera della messa al bando" che si respira nell'isola. M. ha progetti bellicosi per l'autunno, ma tutti davvero poco preoccupanti: una band con gli amici dove lui vuole suonare il basso e la chitarra, la militanza politica, il teatro grande passione. "Con il suo gruppo ha vinto anche un premio", s'inorgoglisce la dottoressa Agata. Nelle relazioni dei servizi sociali e nell'ordinanza del tribunale le si rimprovera di avere nascosto al marito che il ragazzo ha avuto una "irregolare frequenza scolastica", di avere dato il suo beneplacito a "mancati rientri a casa", oltre a una serie di leggerezze anche verso l'altro fratellino (la figlia più grande è maggiorenne). Ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi sotto accusa per le idee del figlio.
(20 agosto 2008)
buffone anche il giornalista di repubblica che con questa frase lascia intendere che militare in Rifondazione è una "devianza" giovanile:
"Difficile a quanto pare, far comprendere al padre che, come scriveva Freud, l'adolescenza è una malattia grave ma per fortuna si guarisce."
GIORNALISTA UOMO DI MERDA!
Come partito e come Giovani Comunisti ci si deve e ci si sta già mobilitando... compito è dei compagni locali prendere in mano la situazione ma è una cosa che riguarda tutto il partito e seinserisce in quel clima di repressione e spostamento a destra dell'asse politico del paese.
replica del ragazzo:
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/affidamento-rifondazione/replica-figlio/replica-figlio.html
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