
Matteo Bartocci
Oggi edicola più povera. Non ci sarà Liberazione per uno sciopero immediato indetto ieri pomeriggio dall'assemblea dei giornalisti. Una protesta estrema, decisa praticamente all'unanimità, contro il Prc: un «partito editore» che non ha ancora formalizzato nessuna decisione sul futuro del giornale. I giornalisti criticano perfino il comportamento «antisindacale» del partito comunista, con un bilancio ancora riservato e decisioni importanti come il taglio alla free press di Roma e Milano adottate improvvisamente dal cda della testata (Mrc Spa, società al 100% del Prc) senza informare prima direzione e redazione. Scelte drastiche contro cui i giornalisti si batteranno anche oggi con un «picchetto» e un presidio pubblico nella sede del partito e del giornale da mezzogiorno. Lo striscione che calerà dalle finestre di via del Policlinico parla chiaro: «Liquidazione comunista». Contrari invece a uno sciopero che giudicano «puramente politico» i poligrafici della testata, rimasti regolarmente al lavoro. Dopo mesi di voci incontrollate, ieri mattina il presidente del cda Sergio Bellucci ha incontrato il segretario Paolo Ferrero portandogli per la prima volta i conti ufficiali della testata. In serata è stata la volta dell'amministratore delegato. Il bilancio del giornale (pubblicato a norma di legge il 30 agosto scorso) presentava un deficit per il 2007 di 2.038.964 euro. Una voragine ripianata come sempre dal partito. Secondo voci non confermate, la perdita di quest'anno aggravata dai tagli di Tremonti potrebbe arrivare al doppio. Ferrero (contestato oggi come accadde a Bertinotti nel '97-'98) si schiera dalla parte dei lavoratori: «Scioperano contro di me e rispetto le loro ragioni. Certe scelte però non dipendono da me e devono partire dai dati reali. Ho ricevuto il bilancio solo stamattina (ieri per chi legge, ndr ) e ho ribadito al cda la richiesta di informare immediatamente la redazione e di presentarmi proposte di intervento in una situazione di crisi difficilissima». Già stamattina il caso Liberazione sarà discusso in segreteria. Risposte che non convincono affatto la redazione, che non esita a denunciare un «rimpallo disastroso fra proprietà, società editrice e direzione» e accusa il partito di «evidente passività» di fronte alla possibile chiusura del suo giornale. «E' Rifondazione che deve dire cosa vuol fare di Liberazione , quanti soldi ci mette, etc., il cda può fare un piano solo sulla base delle indicazioni della proprietà, cioè del Prc. Lo stesso cda però sfugge a un chiarimento con noi», spiega Andrea Milluzzi del cdr. Obiezioni a cui risponde in serata lo stesso Sergio Bellucci, presidente di Mrc Spa: «E' vero, con il cdr finora abbiamo avuto solo contatti informali ma sanno che tutte le nostre scelte servono a mantenere in vita il giornale. Faremo veramente di tutto perché Liberazione non chiuda». Bellucci smentisce anche un aggravamento dei conti: «Ricavi e vendite non sono lontani dagli anni scorsi. La situazione di oggi è critica soprattutto per i tagli all'editoria e per l'assenza dei finanziamenti di un partito escluso dal parlamento».
3 commenti:
IL Fronte Stalinista Interno al Prc dichiara la propria non solidarietà ai calcinculisti giornalisti di Liberazione e al direttore SanSionetti.
il segretario generale del FSIP
quattro milioni e passa di euro di debiti per un fogliaccio vendoliano che nessuno legge (9000 copie vendute..)
restituite sansonetti all'unità!
"Liberazione sciopera contro il Prc"
"Contrari invece a uno sciopero che giudicano «puramente politico» i poligrafici della testata, rimasti regolarmente al lavoro."
ma guarda un pò...
i fancazzisti a straparlare...
mentre i lavoratori fanno le persone serie....
chiudete er giornale, nun ce 'na lira.
Posta un commento